Iter Beatificazione

Vi sintetizziamo, in breve, in sette diversi passaggi, le tappe che dovremmo seguire per ottenere l’apertura del processo e la successiva Beatificazione e Canonizzazione di Margherita Candia:

1 L’iter ha inizio con la nomina del Postulatore da parte dell’Actor Cause che, convinto della santità (fama santitatis) e dell’efficacia della intercessione (fama signorum), promuove la Causa e se ne assume le responsabilità morali ed economiche. Come Attore della Causa può costituirsi: il Vescovo Diocesano, la Diocesi, la Parrocchia, una Congregazione o un’associazione di fedeli clericali o laicali ammesse dall’autorità ecclesiastica, eccezionalmente può essere attore anche una persona fisica che deve garantire la possibilità di promozione della Causa nella fase diocesana e romana. Il Postulatore, che può essere un sacerdote, un membro di un Istituto di vita consacrata, un/una laico/a, deve ottenere la conferma della nomina da parte del Vescovo Diocesano. Deve, inoltre, essere esperto di Teologia, diritto Canonico e Storia, e deve conoscere, ovviamente, la prassi della Congregazione delle Cause dei Santi.

2 Il Postulatore, raccolte le prime informazioni, a nome dell’Attore presenta al Vescovo competente (quello di Sorrento-Castellammare se si decide di aprire la causa nella diocesi dove è morta Margherita oppure quello di Napoli se, invece, si decide di aprila nella diocesi dove ha trascorso la maggior parte della vita) il libello di domanda (supplex libellus), ossia la richiesta scritta con la quale chiede che abbia inizio la causa di Beatificazione e Canonizzazione per Margherita Candia. Il Postulatore è tenuto ad agire nell’interesse della Chiesa e ricercare la verità con coscienza ed onestà, evidenziando anche le difficoltà. Nel nostro caso il libello sarà presentato ad oltre trenta anni dalla morte, pertanto il Postulatore dovrà anche chiarire che il ritardo non è stato determinato per permettere la frode o l’inganno. La Causa per Margherita sarà quindi definita “antica”, perchè la maggior parte delle prove saranno desunte da fonti scritte e, in questo caso, l’inchiesta riguarderà le ricerche dei periti in materia storica ed archivistica. Il Vescovo, ricevuto il libello, decide se accettarlo, in caso contrario, dovrà comunicare con decreto la sua decisione al postulatore, esponendo le ragioni. Tempo richiesto: in media circa 6 mesi

3 Il Vescovo Diocesano deve pubblicare il libello attraverso un editto e consultare la Conferenza Episcopale Regionale (i 25 Vescovi della Campania) per chiedere il parere sull’opportunità di iniziare la causa. Dopo aver ricevuto il parere positivo della Conferenza Regionale, prima di aprire l’inchiesta, il Vescovo Diocesano deve inviare alla Congregazione delle Cause dei Santi la richiesta del “nulla osta”, allegandovi una breve relazione che esponga i dati biografici di Margherita e l’importanza ecclesiale della causa. Il decreto della Congregazione deve attestare che, da parte della Santa Sede, non ci sono impedimenti. Solo dopo aver ricevuto il “nulla osta“, il Vescovo Diocesano può aprire ufficialmente l’inchiesta diocesana. Tempo richiesto: in media circa 2 anni

4 Con una sessione pubblica (ad esempio durante un momento liturgico nella Chiesa cattedrale di Vico Equense o nella Basilica di Sant’Antonio ad Afragola) il Vescovo apre ufficialmente l’inchiesta diocesana e, da quel momento, a Margherita Candia sarà attribuito il titolo di SERVA DI DIO. Al Vescovo spetta la nomina degli officiali della Causa, e questi, sono: – il Delegato Episcopale, che istruisce la causa in nome del Vescovo; – il Promotore di Giustizia, sacerdote competente in materia teologica, canonica e storica, che esamina gli atti e i documenti raccolti e vigila affinché siano osservate le norme prescritte dalla Costituzione Apostolica; – il notaio, che trascrive le dichiarazioni dei testi e redige gli atti dell’inchiesta secondo le indicazioni del delegato; – due censori teologi, che devono esaminare gli scritti editi di Margherita consegnatigli dal postulatore, così da verificare che non vi sia qualcosa di contrario alla fede e ai costumi (i Censori teologi possono esaminare anche gli scritti inediti). Quest’ultimi devono anche delineare la personalità e la spiritualità della Serva di Dio; – e infine tre periti in materia storica ed archivistica, che formano la cosiddetta Commissione storica. Questi periti devono raccogliere gli scritti editi, i documenti storici manoscritti o stampati, riguardanti in qualsiasi modo la causa. Tutti i decreti di nomina degli Officiali devono essere controfirmati dal Cancelliere della diocesi (Notaio della Prima Sessione), tutti i membri poi prestano giuramento e firmano. Nel corso dell’inchiesta il Vescovo può decidere di applicare il principio “ne pereant probationes” circa l’urgenza di raccogliere alcune prove che potrebbero andar perse, ad esempio ascoltare testimoni anziani o ammalati. I Testimoni sono: –  i Testi indotti, cioè indicati dal postulatore nel libello; – i testi ex officio, specialmente se contrari alla causa; – i contesti, cioè quelli indicati dai testi durante le loro deposizioni; – i Periti storici ed archivisti come testi ex officio. Terminata l’istruttoria diocesana, con l’Ultima Sessione, che può essere anch’essa pubblica, gli atti e la documentazione passano alla Congregazione per le Cause dei Santi. Agli atti va allegata anche la dichiarazione sul “non culto” secondo le disposizioni di Papa Urbano VIII, che proibì il Culto pubblico ecclesiastico ai Servi di Dio. Prima di procedere alla chiusura definitiva dell’Inchiesta, il Vescovo può provvedere alla ricognizione Canonica delle spoglie mortali del Servo di Dio, cioè al riconoscimento dell’autenticità dei resti mortali. Terminata l’Inchiesta il Vescovo nomina, con decreto, il Portatore, Officiale incaricato di consegnare alla Congregazione delle Cause dei Santi gli atti dell’inchiesta, e tutti i membri del Tribunale Diocesano giurano di aver adempiuto fedelmente ai propri compiti. Tempo richiesto: circa 2/3 anni

5 Arrivati i documenti presso la Congregazione Vaticana delle Cause dei Santi, il Postulatore, segue, sotto la direzione di un relatore, la preparazione della “Positio super virtutibus“, cioè la sintesi della documentazione che prova l’esercizio delle virtù in grado eroico. La Positio viene sottoposta, quindi, all’esame (teologico) di nove teologi che esprimono il loro giudizio. Se la maggioranza dei Teologi è favorevole, la Causa passa ad una seconda votazione, questa volta da parte dei Cardinali e dei Vescovi membri della Congregazione, se anche il loro giudizio è favorevole il Prefetto della Congregazione presenta il risultato al Santo Padre che concede l’approvazione ed autorizza la Congregazione a redigere il decreto relativo (circa le virtù eroiche). Segue poi la lettura pubblica e la promulgazione del decreto, da quel momento alla Serva di Dio spetta il titolo Pontificio di VENERABILE, che ugualmente non determina alcuna sorta di culto pubblico. Tempo richiesto: circa 2/3 anni

Chiusa l’Inchiesta diocesana e romana (prettamente documentaria), per i successivi due punti, non può essere calcolato alcun tempo: dipenderà dall’intercessione di Margherita nell’ottenere una guarigione da dichiarare inspiegabile.

6 Per la promulgazione del decreto che attribuisce il titolo di BEATA, occorrerà ottenere un miracolo dall’intercessione della Serva di Dio-Venerabile. Un miracolo che un’apposita Commissione deve ritenere scientificamente inspiegabile. Attenzione: per la Beatificazione di un martire non serve il miracolo se viene riconosciuto il Martirio, ugualmente ha stabilito papa Francesco debba avvenire per “l’offerta della vita”. Quest’ultimo potrebbe essere il caso della nostra Margherita Candia ma occorrerà verificare i presupposti una volta preparato il libello. Per la verifica del Miracolo si costituisce un tribunale, simile a quello che ha operato per il riconoscimento delle virtù eroiche, che opererà presso la Diocesi nella quale è avvenuto il presunto Miracolo. In tale Inchiesta partecipa anche il Perito Medico, nominato dal Vescovo, che aiuta il promotore. Inviata tutta la documentazione presso la Congregazione, il materiale passa allo studio della Commissione di Medici, poi al Congresso dei Teologi, ed infine alla Congregazione dei Padri Cardinali e Vescovi. I Pareri sono poi riferiti al Santo Padre che è l’unico che può decretare il culto pubblico ecclesiastico della Servo di Dio-Venerabile. Approvato e promulgato questo secondo decreto, il Santo Padre decide la Beatificazione (concessione del culto pubblico limitato ad alcune Diocesi e/o Ordini religiosi) e quindi la Serva di Dio-Venerabile, diviene Beata. Il rito di Beatificazione si svolgerà, in quel caso, nella diocesi che ha promosso la Causa della nuova beata o in un’altra località ritenuta idonea. Su richiesta dei Vescovi e degli Attori della Causa, atteso il parere della Segreteria di Stato, il rito di Beatificazione potrà svolgersi anche in Roma. Il medesimo rito, presieduto dal Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi o da un Cardinale a ciò delegato, si svolgerà durante la Celebrazione Eucaristica, a meno che particolari ragioni liturgiche suggeriscono che si tenga nel corso della celebrazione della Parola o della Liturgia delle Ore.

7 Per la Canonizzazione, attribuzione del titolo di SANTA, occorre che sia riferito, all’intercessione della Beata, un altro miracolo, avvenuto dopo la Beatificazione. Con la Canonizzazione la concessione del culto pubblico non è limitato ad un ambiente particolare, ma è esteso a tutta la Chiesa Universale. Le modalità di accertamento sono uguali a quelle seguite per la Beatificazione. La celebrazione di Canonizzazione avviene normalmente in Roma ed è presieduta dal Santo Padre. Anche per il Beato che sia Martire o abbia “offerto la Vita” serve il riconoscimento di un Miracolo per diventare Santo.

Attualmente per la Causa di Beatificazione e Canonizzazione di Margherita Candia siamo nella fase numero 1: costituzione dell’Actor Causa e nomina del Postulatore.

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